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lunedì 10 ottobre 2011

L'incrocio principale della mia città

Nei pressi della mia casa c'è un incrocio di strade. La Statale Adriatica, che unisce tutta la costa orientale dell'Italia e la Statale Salaria, l'antica via del Sale, che congiungeva Roma alle rive dell'Adriatico. Quando ero bambino era l'incrocio simbolo di Porto d'Ascoli, forse il primo nucleo attorno a cui si è sviluppato l'intero centro abitato. Gli uffici dell'anagrafe, i vigili urbani e i giardinetti, l'alimentari e due bar (quando al bar si andava a comprare le sigarette e a giocare a carte o a bigliardo, oppure a telefonare). Oggi continuo a passare per quelle strade. Anzi il semaforo mi obbliga anche a fermarmi a pensare. Due angoli di quell'incrocio sono occupati da locali in cui si gioca d'azzardo "legalmente". Un altro angolo è dominato da un "compro oro", altra "legalizzazione" inquietante. Il terzo angolo è in vendita. E mi domando cosa altro potranno ospitare quegli 85 metri quadrati vuoti. Macchinette mangiasoldi, "compro oro" e vuoto stanno all'incrocio principale della mia città, luogo in cui passa la vita di tanti. Se questi sono i segni dei tempi, mi domando: che tempi?

4 commenti:

  1. Purtroppo hai proprio ragione, anche a Roma dove ti giri ti giri spuntamo come funghi negozi di scommesse dove prima c'erano negozietti vecchi di una vita e gestiti da piccole famiglie :-(
    Un abbraccio don Dino!

    Paolo

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  2. E' il vuoto interiore che ha raggiunto molti di noi, una sorta di deserto dei tartari che avanza più rapidamente di quanto avremmo mai potuto immaginare. In quel preciso crocevia che tu descrivi, anch'io osservo, scruto nella memoria, ripesco i sapori della piccola bottega di generi alimentari, l'odore della carta e dell'inchiostro della cartolibreria, l'odore del caffè del bar; E mentre scruti e ricordi, un colpo di clacson scandisce l'attimo di troppo trascorso dall'apparire del verde al mio muovere l'auto in coda al semaforo: quelle stesse strade piene di futuro di allora non siamo stati in grado di proteggerle e preservarle con le nostre mani e le nostre parole. Sottovalutare è stata forse la nostra "colpa", distrarci scientemente è la colpa di chi ha orientato i nostri bisogni e le nostre necessità fatue.
    A presto

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  3. Anche io passo spesso per quell'incrocio ed ogni volta provo le tue stesse sensazioni.
    Mi ricordo quando c'era il bar di Ndunì ed andavamo a giocare a ping-pong gratis; quando c'era il negozietto di alimentari di Marozzi ed andavamo a prendere il panino con la mortadella (non gratis); andavamo nella cartoleria della sig.ra Mattioli a comprare il quaderno per la scuola. Ora invece in quegli stessi luoghi vendono solo l'azzardo e purtroppo sembra che sia questa la merce che oggi va per la maggiore.
    Per completare l'opera suggerirei di realizzare in quel negozio ancora sfitto un bel porno-store! In questo modo l'offerta sarebbe davvero completa!

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