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domenica 12 febbraio 2012

Vittorio Bachelet

VITTORIO BACHELET il 12 febbraio 1980, al termine di una lezione, mentre conversa con la sua assistente Rosy Bindi, viene assassinato da un commando delle Brigate Rosse nell'atrio della facoltà di Scienze politiche de La Sapienza, con sette proiettili calibro 32. Scrive nel 1976:

La stagione dei congressi dei partiti è attesa con ansia mista a indifferenza da molti italiani. Si ha insieme l’impressione che si tratti di assise d’importanza decisiva in un momento delicatissimo per non dire drammatico della nostra storia, e, contemporaneamente, di incontri rituali incapaci ormai di esprimere le attese di fondo degli stessi iscritti e simpatizzanti ed elettori per celebrare solo duelli di potere e combinazioni di vertice.

Eppure non c’è democrazia, non c’è vitalità politica, se le forze politiche non sanno farsi interpreti delle attese, delle speranze e delle angosce dei cittadini, se non sanno proporre linee capaci non di subire, ma di guidare lo sviluppo del paese e le trasformazioni necessarie per rendere l’ordinamento della società adeguato ai mutamenti che hanno profondamente modificato la sua composizione, la sua cultura, il suo assetto territoriale e sociale, la sua mentalità, il suo costume.

In particolare quanti ispirano ai valori cristiani la loro milizia politica sanno bene che è questa la loro forza vera e più grande cui non possono rinunciare, quell’amore oggi capace di dare una speranza agli uomini liberi e forti, e forse più largamente di quanto non si pensi, anche alle nuove generazioni in cerca di valori per cui vale la pena di vivere e operare. Perché si può dover legittimamente pensare «che il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza» (Gaudium et spes 31).
 (Vittorio Bachelet, 1926-1980)

Due giorni dopo se ne celebrano i funerali nella chiesa di San Roberto Bellarmino di Roma. Uno dei due figli, Giovanni, all’epoca venticinquenne, nella Preghiera dei fedeli dice:
Preghiamo per i nostri governanti: per il nostro presidente Sandro Pertini, per Francesco Cossiga. Preghiamo per tutti i giudici, per tutti i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi nelle diverse responsabilità, nella società, nel Parlamento, nelle strade continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e amore. Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri.

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