Oggi Gesù entra in Gerusalemme, città delle mille
contraddizioni. La città Santa che si vende agli idoli. La Vergine Sposa che si
prostituisce. La Città della Pace che deve essere conquistata con la guerra. La
Casa del Padre trasformata in spelonca di ladri. Il luogo del vero culto in cui
però si uccidono i profeti. Il corteo festoso che agita i rami al passaggio del
Signore e la folla inferocita che sputa, percuote e deride il Figlio dell’uomo.
Il canto: Osanna. E il grido: Crocifiggilo! La città in cui si intrecciano
popoli. lingue, culti, speranze e violenze, simbolo universale della storia
umana, continuamente abbattuta e ricostruita.
Oggi Gesù entra dentro le contraddizioni della Chiesa,
comunità santa di peccatori. Tra il potere e la povertà. Tra il compromesso e
la profezia. Tra l’oscurantismo e la libertà. Tra l’estraneità e il radicamento
nella storia. Tra gli opportunisti e i martiri. Gesù oggi non se ne va, ma la
attraversa con umiltà.
Oggi Gesù entra nelle mie contraddizioni. Nelle incongruenze
del mio cuore. Tra la mia ricerca di serenità e gli sfoghi di rabbia. Dentro il
mio desiderio di essere felice e l’illusione di esserlo da solo. La voglia di
cambiare il mondo e la fatica a rinunciare anche solo ad una cattiva abitudine.
La maschera che mostro e la verità che sono.
Oggi guardiamo Gesù che attraversa le contraddizioni della
storia, della Chiesa e del mia vita. Non ci domandiamo come sopravvivere alla
storia, cambiare la Chiesa e realizzare i mie sogni più grandi. Semplicemente
guardiamo Gesù entrarci dentro, attraverso la paura del dolore e della morte,
il tradimento e la condanna, la solitudine e le percosse, la carezza della
Madre e il peso della Croce. Oggi lo guardiamo mentre attraversa Gerusalemme,
la nostra vita e la nostra morte, il peccato, ogni contraddizione e ogni
desiderio di felicità.
E ci fermiamo qui. La liturgia, in contraddizione alla moda
di questo tempo, non ci conduce ad una rapida e comoda soluzione. Ci chiede di
fermarci a guardare. Fino al sepolcro in cui è custodita ogni speranza del
mondo, che insieme alla primavera, sta per fiorire e portare frutto. Ma oggi ci
fermiamo in silenzio. Ci basta sapere che ogni luogo, ogni storia, ogni cuore è
attraversato dall’Amore del Padre. Che non sono solo. Che non sono disperato.
Che possiamo cambiare, io, la Chiesa e anche il mondo.
Oggi guardiamo Gesù, entriamo nella Settimana Santa, incamminati
verso l’orizzonte della Risurrezione. Non da soli. Insieme a Lui. Grazie a Lui.
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