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venerdì 13 aprile 2012

Dio rimane piccolo anche a Pasqua!

La notte di Pasqua ho vissuto una veglia partticolare. Non il luogo, né la liturgia o il fascino della notte. Semplicemente ho avuto vicino, per tutta la veglia, Francesco, mio amico di 5 anni e mezzo. Io e lui, durante tutta la lunga e articolata liturgia della Parola abbiamo dialogato un po'. Lui domandava pieno di stupore e io cercavo di rispondere alle sue domande vere. E poi ci siamo scambiati sorrisi e impressioni. Fatica sua di non dormire e fatica mia di stargli dietro. Io preoccupato che lui si addorrmentasse. Lui impegnato a farmi capire che era felice ddi staree vicino a me in quel momento. Non ho ascoltato quasi nulla delle letture e dell'omelia. Però ho visto la luce del Risorto negli occhi gonfi di sonno, ma gioiosi di Francesco. Ho sperimentato Gesù vicino a me. Semplice comee un bambino, anche la notte di Pasqua. Perché la "piccolezza" non è nota esclusiva del Natale, ma carattere essenziale di Dio che mi sta accanto. Qualcuno può pensare: "allora non serve la liturgia, la preghiera comunitaria, l'ascolto della Parola!". Invece no. Senza quella Parola condivisa, la preghiera comune e lo splendorre della liturrgia, non avrei saputo leggere negli occhi di Francesco la novità della Pasqua. Senza di lui tutto avrebbe potuto eessere risucchiato dalla routine. La luce di quella notte, invece, mi ha reso felice!

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